veniva denominata 'sporta',
povero calebrese che fine ha fatto .....
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francesco viene tutt'ora definita "sporta"
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etimologicamente parlando diciamo che è riferito ad un recipiente non del tutto specifico per la pesca ma era adattato, per il resto si tratta di recipienti fatti artigianalmente con antiche pratiche di intrecci e trattamenti di fibre naturali derivate da sambuco - cannuccia - iuta e salici , si può dire un vero fiore all'occhiello dell'artigianato calabrese ormai perso , sinonimi sono sporta - panaru - panara
bastone più o meno lungo dove all'estremita collegava un qualcosa di simile alle punte che utilizzano chi pratica l'apnea (se non erro a 4 o 5 punte), in pratica selezionava un punto buono dove riusciva a scorgere le trote senza farsi notare, e con un colpo secco riusciva ad infilzarle.
questo invece era il FURCHETTUNE
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ne ho conservato ancora uno di un mio vecchio zio custode in una casa cantoniera dell'opera sila , a dicembre veniva spolverato per inforchettare trote fino a 10 kg che risalivano per la riproduzione i piccoli fiumetti che ben conosci laterali del lago arvo ed ampollino , tu stesso dici era una questione di dover mangiare , erano gli anni 40-50 .... ma erano delle vere mattanze
Sulla pratica del "ntassare" cioè avvelenare le acque penso di abitare in una zona che ha dato veramente le basi di questa forma di bracconaggio
![Sad :(](./images/smilies/icon_sad.gif)
di sicuro si usava il tasso (tutumagliu) la parola stessa lo dice , ma localmente tipo appunto in presila era forse più usata la cicuta
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, in ogni caso poi i grossi danni anche per una questione di copertura di tratti molto più vasti sono arrivati con l'uso come dice mimmo di calce e cianuro
E' strano parlare di pesche di un tempo , e trovarsi ad alencare solo forme di bracconaggio ..... credo che sia veramente un segno dei tempi che cambiano , per fortuna
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