Dedicato a quelli le cui giornate sono solo l’intervallo fra una pescata e la successiva.
Il libro è “L’amo e la lenza” di Mario Albertarelli, e queste sono le pagine 17 e 18.
“Ciò che voglio dirvi è che mai mi sono stufato della pesca. Non commettete l’errore di cedere alla sfiducia dopo una giornata di delusioni. Sì, lo so, quando tutto è andato storto tornate a casa e vi chiedete se ciò non significa perdere tempo. C’è un modo, a questo punto, per sapere se siete pescatori, per sapere se avete dentro quella cosa. Provate a pensare alla battuta di pesca che farete.
Se subito vi sentite pervadere da una nuova gioia, se ogni malumore scompare e vi mettete mentalmente a fare progetti, se già cominciate a contare le ore e i minuti che vi separano da quella che potrebbe anche essere una nuova delusione, se sentite che non potreste rinunciare a quella pausa di solitudine sul fiume, a quell’alba livida e gelida, al piacere di calpestare quella sponda bagnata, al freddo pungente dell’aria tra gli alberi, alla sigaretta calda e al caffè bollente che fumate e bevete, seduti su un ceppo mentre scrutate la corrente e in quella corrente immaginate che vi sia un grosso barbo che rade il fondo coi bargigli, smuovendo i sassi in cerca di larve, e la mano scorre sul liscio bambù della canna mentre pensate quale terminale di lenza sia migliore e vi sorprende, facendovi trasalire, il volo radente di un airone che sfiora il fiume, se non potete rinunciare a rivedere le prime pallide luci di questo mondo o a risentire i suoi rumori, ora sommessi ora acuti, latrati lontani, scroscio di una rapida, vento tra gli alberi o fruscio di passi lungo la riva, se dentro vi cresce un’ansia commossa che non potete frenare se non lanciando su quella corrente l’esile filo attraverso il quale scende nell’acqua ogni vostro pensiero e con l'acqua del fiume se ne va lontano, per sempre, verso il mare generoso che è di tutte le creature l’ultima vera tomba, soltanto se tutto ciò vi appartiene come vi può appartenere l’amore per un figlio, allora, e soltanto in questo modo, potrete essere dei pescatori. Perché
questa è la pesca, la pesca non per uccidere pesci ma per dominarli, e per entrare a far parte con diritto del mondo dopo averlo prima scoperto e amato. Questa è la pesca.
Questa è stata ed è ora la mia giovinezza.”
Ringraziando Idini per il suo scritto “io e il mare”.
A noi Pescatori
Alessandro Bacchetti
E come direbbe il conte Mascetti…ciao bucaioli

